Pier Paolo Calzolari

Opening May 24, 2021, 11:00-19:00 - from 24_05_2021 to 04_07_2021



















Cabinet inaugura “Pitture”, personale di Pier Paolo Calzolari (Bologna, 1943) a cura di Maria Chiara Valacchi; un progetto composto da sole tre opere, di cui due inedite, scelte per relazionarsi fortemente con le caratteristiche architettoniche di Cabinet. Sospesa tra la serenità cromatica liberata delle celebri superfici in sale ed un energico rigore installativo, accentuato dalla presenza di un’opera dalle dimensioni monumentali, “Pitture” è la sua prima mostra dedicata esclusivamente a questo media dopo la grande retrospettiva “Painting as a Butterfly” ospitata nel 2019 dal museo MADRE di Napoli.

Le tele in mostra “Moon Umbrella”, “Haïku Luna Bianca” e “Rideau”, rappresentano una congiunzione cara alla poetica di Calzolari tesa a stratificare riferimenti differenti quali la tradizione pittorica italiana – anche grazie all’uso di tecniche classiche quali la tempera grassa, la tempera all’uovo, pigmenti a colla, l’olio e la grafite – l’uso di un’iconografia lirica e rarefatta ma anche elementi più algidi e severi di memoria poverista come il piombo o le canne di bambù, sfociando nella germinazione di cristallizzazioni superficiali e persino l’uso di un’ostrica. Attratto da una totale trasversalità espressiva, il suo lavoro è caratterizzato da una perenne ricerca della “voce interna” delle cose, di quella molteplice selezione di materiali, organici o inanimati, da sottoporre al suo personale processo empirico di auscultazione, al rilevamento di quel ritmo cardiaco che vive in loro solamente in potenza; tra questi il ghiaccio, il fuoco, il sale, differenti materiali metallici e ancora muschi, piume o tabacco, spesso a loro volta riattivati anche dalla presenza di congegni elettrici, ghiaccianti, performativi e persino sonori.

Il percorso artistico di Calzolari inizia a Bologna negli anni 60 presso lo studio Bentivoglio di Via delle Moline n.1, e si sviluppa in breve tempo nell’esperienza dell’Arte Povera, terreno concettuale dal quale, in breve tempo, prenderà anche le distanze a favore di una poetica più libera e svincolata da certi irrigidimenti generazionali.

Potremmo dire che da quel momento in poi Calzolari incarnerà la perfetta figura del Doppelgänger – letteralmente “doppio viandante” – una parola tedesca che descrive esotericamente e psicologicamente la presenza di un alter ego, un invisibile altro che nasce con noi, ci cammina accanto e si separa  solo a pochi attimi prima della morte. Lo stesso Jorge Luis Borges ne usa l’espressione come archetipo di un doppio io, critico ed emotivamente sollevato, che aiuta lo scrittore a vivere la difficile condizione duale di uomo e letterato, e in generale di uomo e artista; uno stratagemma stilistico "necessario" per sollevarsi da implicazioni impulsive e autoreferenziali, ree di minare l'obiettività di un linguaggio creativo dalle intenzioni universali. Come in Borges, l'opera di Pier Paolo Calzolari, convive in questo perenne doppio; una libera e serena convivenza in cui l'artista-pittore si emancipa dagli imperturbabili paradigmi di “sistema” per attingere a piene mani nelle trame più viscerali della propria indole. 

La pittura è tale linguaggio altro, la sua indole, pulsione viva primigenia; una via di fuga espressiva che non segue forme, colore o dimensione, e si compagina come linguaggio onesto, senza premeditazione: “una dichiarazione di sentimento…come quando ti scappa forte la pipì, quando hai un attacco intenso di voltastomaco e ti devi liberare”.

 
Pier Paolo Calzolari
Bologna, 1943 – Vive e lavora a Lisbona

Pier Paolo Calzolari dal 1965 ad oggi ha al suo attivo più di cento mostre personali realizzate per gallerie private italiane e straniere tra le quali Gian Enzo Sperone, Tucci Russo e Giorgio Persano di Torino, l’Attico di Roma, la galleria Lucio Amelio di Napoli, Emilio Mazzoli di Modena, la White Cube di Londra, Rudolf Zwirner di Colonia, Kamel Mennour di Parigi e ancora la galleria Sonnabend, Barbara Gladstone e Marianne Boesky di New York. Tra le sue principali personali realizzate in istituzioni museali italiane ricordiamo quelle presso il Castello di Rivoli di Torino, la Galleria d'Arte Moderna-Villa delle Rose e il MAMbo di Bologna, la Galleria Internazionale d’Arte Moderna Ca’ Pesaro di Venezia, il Museo MADRE di Napoli e l’ICA di Milano mentre, tra le principali sedi straniere, quelle alla Kunsthalle di Berna, alla Galerie Nationale du Jeu de Paume di Parigi, al FRAC Bretagne di Châteaugiron, al Musée d’Art Moderne et d’Art Contemporain di Nizza e al Centre d’Art Contemporain di Saint-Priest-en-Jarez.

Il suo lavoro vanta inoltre importanti mostre collettive presso il Solomon R. Guggenheim Museum e la galleria Hauser & Wirth di New York, il Philadelphia Museum of Art dell’omonima città, il Centre Pompidou di Parigi, il Kunstmuseum di Basilea, e ancora in Italia presso Punta della Dogana, Palazzo Grassi, la Peggy Guggenheim Collection e la Fondazione Prada di Venezia, il Museo Poldi Pezzoli, il Museo della Permanente e la Fondazione Arnaldo Pomodoro di Milano e la Fondazione Sandretto di Torino.

Pier Paolo Calzolari ha partecipato a due edizioni di Documenta, nel 1972 e nel 1992, a tre edizioni della Biennale d’Arte di Venezia, nel 1978, 1980 e 1990, e alla Quadriennale di Roma del 1972.


11/05/2021